Posidonia, problematiche comparto pesca, violenza sulle donne i temi affrontati nella seduta di giovedì
Nell’ultima
seduta del Consiglio comunale abbiamo discusso tre ordini del giorno,
riguardanti tre tematiche importanti.
Il
primo è stato presentato dal gruppo dei riformatori riguardava la gestione dei
residui di posidonia spiaggiata. Sostanzialmente si voleva impegnare la giunta
a strutturare un appalto pluriennale prevedendo l’acquisto di una macchina
vagliatrice.
Sono
intervenuto nel dibattito per esprimere alcune criticità che rilevavo sull’ordine
del giorno, che riporto di seguito a questo post.
Vista
comunque il sostanziale accordo dei consiglieri intervenuti sull'argomento,
abbiamo optato per una breve sospensione dei lavori in aula per emendare il
testo e poterlo così votare unitariamente.
Alla
fine l’impegno per la giunta è quello di intervenire immediatamente per
affrontare la questione rimandando alla V commissione, che ho il piacere di
presiedere, per valutare le opportunità tecnico economiche più opportune e
sostenibili.
Il secondo argomento affrontato riguardava le
criticità legate alla pesca dell’aragosta e quindi e ai problemi del comparto
della piccola pesca sardo. Anche su questo ordine del giorno presentato dal
gruppo Alguerosa si è trovato l’accordo in aula e, dopo una breve sospensione,
il testo è stato emendato impegnando il Sindaco a chiedere audizione presso il
Comitato tecnico consultivo regionale della pesca per confrontarsi sulle
ragioni scientifiche alla base della differenza tra le norme regionali e nazionali
in materia e per approfondire le ragioni ostative al pieno funzionamento delle
zone di ripopolamento del crostaceo nel nord-ovest della Sardegna.
L’ultimo
argomento discusso nella seduta di giovedì a firma di tutte e cinque le donne
presenti in Consiglio Comunale, proponeva l’adesione del comune di Alghero al
protocollo di intesa Anci – D.I.Re (donne in rete contro la violenza). Su questo
punto c’è stato un forte scambio di battute tra Maria Graziella Serra e Marco
Tedde.
Il
Consigliere Tedde ha voluto ricondurre il tema alla stregua di ogni altra
violenza (contro bambini, animali, uomini, le religioni, i popoli, gli
orientamenti sessuali), ritendo di non condividere l’atteggiamento culturale di
chi vede la violenza sulle donne l’unico tipo di violenza che viene consumato
su questa terra.
Il
consigliere Serra a quel punto ha rilevato, con veemenza, la tendenza a semplificare
e a far finta che il problema non sussista.
Stigmatizzando
i toni, condivido tuttavia il contenuto del richiamo del Consigliere Serra: la
violenza sulle donne è un fatto oggettivo e va condannata senza se e senza ma. La
violenza di genere non è solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna,
ma sono anche le vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze
sessuali, persecuzioni, compiute da un uomo contro una donna in quanto donna.
Tutto
il gruppo consiliare del Partito Democratico condivide le parole espresse in
aula dal capogruppo Matteo Tedde: <<Chi usa violenza contro una donna non
può essere considerato un uomo, ma la peggior specie di animale che si possa
trovare sulla terra>>.
Sull’argomento
ho apprezzato molto l’intervento del Consigliere del M5S, Giorgia Di Stefano la
quale, facendo riferimento anche ad alcuni passaggi personali, ha collocato l’argomento in una dimensione
planetaria ricordando che la violenza sulle donne è diffusa in tutto il mondo
ed è legata, in alcuni Paesi in maniera particolare, anche alla strutturale disparità culturale, sociale, economica e di potere tra
uomini e donne.
PDL e Riformatori in fase di votazione ha ritenuto di astenersi in quanto il testo dell’ordine
del giorno in alcuni passaggi faceva riferimento ad organizzazioni, a loro
dire, dall’orientamento politico riferibile ad ambienti di sinistra. Il centrosinistra compatto più il M5S hanno invece votato a favore dell’ordine del giorno e quindi alla
sottoscrizione del protocollo d’intesa tra ANCI e D.I.R.e.
di seguito la traccia del mio intervento in aula in fase di discussione dell'ordine del giorno sulla posidonia spiaggiata
intervengo
ovviamente a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico. mi fa piacere
intervenire su questo argomento sul quale con il Consigliere Zanetti più volte
ci siamo confrontati ad iniziare da una delle prime riunioni delle commissioni
consiliari. faccio riferimento, in particolare, alla seduta congiunta della
III° e V° Commisione Consiliare esattamente del 13.11.2012, in cui abbiamo
parlato di Posidonia i cui resti spiaggiati in molte realtà balneari si pongono
come un problema per l’eccesso di materia organica che si accumula sulle
spiagge giorno dopo giorno, durante tutto l’inverno, e di anno in anno con il
passare delle stagioni. È un fenomeno in aumento nonché molto sentito, tante
che facemmo una riunione congiunta con la terza commissione in relazione alle
ricadute che il fenomeno ha anche sulle attività imprenditoriali e sul turismo
in generale.
Il
tema dell’incontro era proprio “Posidonia, risorsa o rifiuto. Questione che si
ripropone ogni anno per i comuni costieri“
In
linea generale, dove non vi sono motivazioni di carattere turistico, i depositi
vengono lasciati al processo naturale di trasformazione mentre, nelle aree
maggiormente interessate da turismo balneare (sempre più diffuse), le
amministrazioni locali provvedono alla rimozione del materiale secondo
differenti destinazioni:
• interramento in discarica
controllata per RSU;
• accantonamento in cumuli in aree
adiacenti allo spiaggiamento;
• immersione in mare.
Sull’ordine
del giorno in sé, occorre fare delle valutazioni ponderate. A leggerlo sembra
tutto facilissimo, chi è che non sarebbe d’accordo. Compriamo una vagliatrice e
trasformiamo i residui di posidonia spiaggiata in compost.
Evidenzierei
tre passaggi:
1) ipotizzare un appalto pluriennale può essere
una soluzione, ma non è detto sia la soluzione. È certamente una opportunità da
verificare attentamente.
Nella
già citata riunione di commissione se ne parlò e la proposta avanzata proprio
dal consigliere Zanetti trovò un ampio, ma non unanime, consenso.
Potrebbe
consentire ad una ditta di organizzare e gestire il lavoro in maniera puntuale
per avere le spiagge pulite quanto prima, compatibilmente al periodo previsto
dalle norme, e magari prevedere nel capitolato delle voci specifiche durante
l’inverno quando materialmente non si può intervenire sull’arenile. Penso per
es. alla pulizia delle pinete.
2)
in prospettiva può rappresentare una soluzione anche l’acquisto di una macchina
vagliatrice da parte del comune, ma non per conferire la posidonia spiaggiata
ad un impianto di compostaggio, operazione che non ritengo perseguibile oggi
giorno.
Verificherei,
inoltre, attraverso una manifestazione di interesse se c’è un mercato
imprenditoriale interessato al riutilizzo e alla trasformazione del prodotto
una volta vagliato e, a quanto ha riferito l’assessore c’è un certo interesse.
Occorre capire, allora, di quali quantità riescono a farsi carico questi
imprenditori.
3)
Sul litorale algherese ci sono circa 6 mila tonnellate di alghe accumulate dal
passato, fate un po’ il conto di quanto costerebbe con il costo ipotetico
indicato nell’ordine del giorno (70 €/t) smaltire tutto il pregresso accumulato
negli anni, senza pensare poi alle quantità prodotte annualmente.
Oggi
come oggi non è perseguibile l’ipotesi del conferimento ad impianto di
compostaggio in quanto i costi non sarebbero per niente ammortizzati,
tutt’altro, andando contro lo spirito costruttivo che ha invece l’ordine del
giorno. In divenire è una strada da perseguire magari con accordi a più ampio
raggio territoriale.
Oltretutto
occorrerebbe caratterizzare i residui di posidonia spiaggiati da anni in quanto
i processi naturali di decomposizione avranno alterato le caratteristiche del
prodotto che, quindi, potrebbe non essere più conforme ad ottenere compost di
qualità.
Oggi
giorno, senza un approfondimento tecnico ed economico che ci conforti sulla
bontà di un eventuale investimento, ritengo non sia opportuno, oggi, impegnare
l’Amministrazione a programmare un appalto pluriennale per l’acquisto della
macchina vagliatrice.
Ritengo
si possa:
1)
lavorare fin da subito sulla gestione degli stoccaggi, magari individuando
delle aree più adatte dal punto di vista strategico in chiave turistica.
2)
Verificare fin da subito se c’è un mercato, magari anche di imprenditori
locali, interessato al riutilizzo della posidonia. Questo processo è già in
itinere
3)
aprire una riflessione puntuale anche sul ruolo naturalistico della posidonia
per la ricostruzione dei cordoni dunali, evitando di rimuoverla tutta e
promuovendo una "gestione integrata" capace di coniugare le esigenze
di tutela ambientale con il recupero dei residui e il loro successivo
riutilizzo.
La
posidonia spiaggiata ha, infatti, una funzione indispensabile nell’ecologia
dell’ambiente litorale, svolgendo un’azione di contrasto al fenomeno
dell’erosione delle coste nella duplice direzione della riduzione dell’energia
del moto ondoso e di un suo potenziale utilizzo per favorire il consolidamento
e la stabilizzazione delle dune costiere.
Mi
trova quindi concorde la possibilità indicata dal consigliere Zanetti
di un rimando in sede di Commissione o ad una modifica, in una breve sospensione
dei lavori, che possiamo fare rispetto al dispositivo finale
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