CONSIGLIO COMUNALE SUL CONFLITTO IN UCRAINA

 Sempre nella seduta del 1 marzo il consiglio comunale ha votato all'unanimità un'ordine del giorno proposto dal Partito Democratico sul conflitto in Ucraina.

Ritengo che la guerra come sempre è un atto che sarà pagato dai popoli con morti e sofferenze di cui i governanti avranno il peso sulla loro coscienza, se ne hanno una. La guerra non è mai un mezzo per risolvere i conflitti, mai. 

Esprimo, a nome del mio gruppo, piena solidarietà ai cittadini e alle cittadine ucraine che si trovano, in queste ore, nel mezzo dell'orrore della guerra e anche ai cittadini e alle cittadine russe che manifestano contro la decisione del loro governo.

Che senso ha questo ordine del giorno. Può essere utile una risoluzione di questo tipo nei vari consigli comunali al di là della retorica condanna di ogni ostilità?

Io penso di sì, nonostante non sarà questo voto a fermare il conflitto seduta stante. Penso però che un senso lo abbia di fronte ad uno scenario in cui gli Stati hanno indugiato e danno la sensazione di non avere la forza, pur a fronte della manifestata buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza, degli interessi economici e commerciali. Ciascuna città, per tramite dell’assise consiliare, invece, può svolgere un ruolo straordinario per dare il coraggio e la spinta necessaria ai nostri governanti per attuare tutte quelle misure necessarie che ci riconducano ad un orizzonte di pace e di fraternità.

Coltiviamo pertanto la speranza in un negoziato vero e duraturo tra le parti in causa incoraggiato, favorito e perseguito dalla comunità europea e mondiale, a partire dalle città.

Una cosa, però ci insegna anche questo nuovo conflitto:  c’è ancora molta strada da fare perché penetri nella coscienza di ciascuno e delle comunità l’idea che la guerra non è mai un male necessario né qualcosa di ineludibile. 

Dobbiamo imparare a coltivare la pace, a partire dall’atteggiamento quotidiano per sopire qualsiasi tendenza alla conflittualità.

Dobbiamo imparare che la pace si costruisce anche con politiche coraggiose che influiscano realmente sulla vita delle persone, garantendo a tutti, attraverso ogni articolazione dello Stato, la giusta dignità in ambito familiare, sanitario, lavorativo, sociale. 

La pace è un cammino da coltivare e conquistare giorno dopo giorno nelle relazioni, nei modi e nel tempo che viviamo. Questa è l’unica strada perché la guerra che ha segnato la Storia nel passato, anche recente, che riviviamo ancora oggi nel tempo presente, non incroci i destini delle nazioni anche nel prossimo futuro.



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