Sulla posidonia confusione e strumentalizzazione.
L’imminente
campagna elettorale spinge l’opposizione a mischiare le carte e
fornire informazioni sbagliate ai cittadini sulla questione della
posidonia.
Innanzitutto
occorre distinguere la posidonia dei cumuli storici dalla posidonia
che si spiaggia annualmente, e ricordo subito che è stata la giunta
guidata da Marco Tedde, nel 2007, ad aver deciso il sito di
stoccaggio a San Giovanni, anche se oggi fa finta di non ricordare.
Leggo di "una raccolta
firme per eliminare immediatamente l’attuale sito di stoccaggio
della posidonia accumulata in questi anni". È esattamente
quanto l’attuale amministrazione comunale ha programmato di fare,
beneficiando tra l'altro di un contributo regionale di 200 mila euro
che si aggiunge a eguale quota da bilancio comunale. Esperita la
gara, finalmente si procederà a eliminare il sito di accumulo
storico della posidonia, che torno a ripetere, è stato voluto e
creato dalla giunta Tedde. Il progetto dell'amministrazione comunale
è un progetto virtuoso, alla cui applicazione pratica guarda con
interesse lo stesso assessorato regionale all'Ambiente perché può
fare da apripista in Sardegna.
Cosa diversa è, invece, la gestione della
posidonia che annualmente si deposita sulle nostre coste.
È certamente auspicabile una modifica normativa che consenta di
superare il concetto che la posidonia sia un rifiuto e venga
piuttosto considerata un sottoprodotto. Una modifica normativa
faciliterebbe anche l'applicazione del progetto che l'Amministrazione
comunale sta proponendo e che potrebbe essere esteso anche
all'eccedenza di posidonia che, se destinata a discarica, ammesso si
trovi un centro che la accolga, comporterebbe un esborso monetario
non indifferente e necessario ogni anno in relazione alla quantità
di posidonia spiaggiata.
Sarebbe ben più
utile chiedere e attivarsi perché il parlamento modifichi la norma
nazionale. La Sardegna non ha una norma
regionale, ha recepito quella nazionale, dapprima nel 2008 con una
determina della Direzione generale degli enti locali, più
recentemente nel 2016 con una delibera di Giunta recante “Indirizzi
per la gestione della fascia costiera”, e anche qualora ci fosse
una norma regionale deve essere coordinata a quella nazionale.
Il buon senso dovrebbe fare in modo che
l'applicazione della norma e delle indicazioni regionali sia
compatibile alle condizioni specifiche di ciascuna spiaggia.
Se la norma, infatti, introduce un principio uguale per tutti i siti,
diverse e specifiche sono invece le condizioni di ogni località, e
nella stessa diverse sono le condizioni da spiaggia a spiaggia. Le
condizioni di San Giovanni sono diverse da Maria Pia, così come le
Bombarde da Mugoni e ciascun tratto omogeneo di spiaggia meriterebbe
un adeguato piano di gestione in funzione delle condizioni che lo
caratterizzano (carico antropico, fenomeni erosivi, ecc). Pertanto
non ha senso imporre il riposizionamento di posidonia dove le
mareggiate hanno già soddisfatto pienamente il principio di tutela
ambientale e di contrasto all'erosione, operazione che tra l'altro
comporta un'inutile costo per la collettività.
Non temano i detrattori, sono sicuro che con il
consueto impegno dell'assessore Selva, le spiagge saranno pulite
regolarmente anche per la stagione balneare 2019. Al contrario di
quanto faceva l'amministrazione precedente di centro destra, che
interveniva a giugno inoltrato, per ben due anni abbiamo avuto le
spiagge pulite a Pasqua, con la collaborazione degli operatori
balneari, e l'anno scorso entro maggio prima di successive e
importanti mareggiate.
Posidonia oceanica spheroid on the beach ph Ezu (Martino A. Sabia) CC BY-SA 2.0 |
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