RIFORMA SANITARIA: A CAGLIARI SI DISCUTE ANCHE DELLE SORTI DELLA SANITà ALGHERESE

 Il Consiglio Regionale sta affrontando in queste settimane la discussione sulla proposta di riforma del sistema sanitario regionale.

Ovviamente anche le sorti della sanità del territorio sono legate all'esito dell'esame consiliare. Al momento pare rinviata a settembre la discussione sull'art. 17 e l'art. 18 che riguarda anche Alghero e in particolare la proposta proveniente da gruppi politici della maggioranza in Regione di scorporare l'ospedale marino dall'ATS e incardinarlo nell'AOU "per migliorare le attività integrate nel campo dell'Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione funzionali alle reti formative per le Scuole di Specializzazione favorendo inoltre l'attivazione di un polo di sviluppo a valenza regionale per le tecnologie chirurgiche ortopediche innovative nel campo della robotica". A leggere il testo dell'emendamento l'idea non trova un'avversione pregiudiziale, però occorre fare attenzione e non fidarsi troppo. 

Nel corso del dibattito nel Consiglio Comunale aperto del 31 luglio, unitamente a consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, abbiamo spiegato la nostra posizione nel merito e chiesto rassicurazioni sul mantenimento dei requisiti di DEA di I livello, sulle specializzazioni attualmente presenti al Marino e sulle risorse per la costruzioni del nuovo ospedale.


Grazie Presidente,

il consiglio comunale di oggi è pressochè inutile, manca l'assessore regionale, mancano i consiglieri regionali, cioè coloro che devono decidere. Ritengo uno smacco istituzionale l'assenza dell'assessore che trova il tempo per partecipare nell'ambito della stessa settimana alla convention del suo partito qui ad Alghero e non trova il tempo di partecipare ad un consiglio comunale che rappresenta la città di Alghero.

Sullo scorporo dell’Ospedale Marino dall’Ats per essere incardinato nell’azienda universitaria, la città, il Consiglio Comunale, le forze sociali e politiche, gli operatori sanitari, vogliono vogliamo vederci chiaro. 

Ci sono problemi in tutta la Regione, la sanità è uno di quei temi che non accontenta mai, perché da un lato ci sono le esigenze dei cittadini di poter accedere a servizi di qualità e di prossimità. Dall’altra purtroppo ci sono gli interessi di parte, di territori che cercano di accaparrarsi quanti più servizi possibili anche a discapito di altri e se è una logica che posso capire territorialmente, non può essere la logica di chi deve presentare una proposta organica, un disegno complessivo di riforma, per altro annunciato, e che funzioni.

Passa il tempo, i servizi vengono depotenziati in attesa di chissà che cosa, e nel mentre si, alimenta il diffuso sentore che si vogliano creare i presupposti perché servizi e strutture di eccellenza non siano più tali, quasi a giustificare un domani scelte di chiusura degli stessi.

Capite bene che non ci accontentiamo delle ennesime promesse, dell’ennesimo consiglio comunale aperto. Chiediamo impegni precisi sui contenuti e sui tempi. Troppe le promesse mancate, le date saltate, saltate come i reparti e i servizi.

Non siamo neanche contrari, pregiudizialmente, alla proposta che aleggia nelle aule del consiglio regionale, purché in legge sia comunque mantenuto il DEA di primo livello per l’Ospedale di Alghero (oggi Civile e Marino sono funzionalmente legati in unico ospedale, su due presidi) anche in assenza di ortopedia e riabilitazione che andrebbero all’Università (però permetteteci il dubbio legittimo e la necessità di avere certezze: per il DM 70 sono essenziali perché vengano mantenute nel DEA di primo livello, pena il declassamento. Vorremo capire quindi come si concilia questo passaggio fondamentale). 

Vorremmo sentire e  aver certezza che venga finanziato comunque il nuovo ospedale di Alghero, sempre più necessario, che le funzioni specialistiche presenti al Marino, ma di competenza dell’ATS, come l’oculistica, vengano mantenute e semmai rafforzate.

A leggere i fatti e ad andare oltre le dichiarazioni e gli atti, sembra di intravvedere una sistematica azione di smantellamento della sanità del territorio.

E’ dal 2018 che il presidio unico Alghero-Ozieri attende di diventare DEA di I livello come previsto dal Documento di riforma della rete ospedaliera, approvato in Consiglio Regionale in data 25.10. 2017 e tutt’ora in vigore. 

Il DEA di I livello è rimasto, ad oggi, un impegno disatteso e chissà perché mentre Alghero attende, Ozieri si organizza. Ad ottobre dello scorso anno Ozieri manifesta la sua contrarietà al presidio unico per l’impraticabilità dal punto di vista organizzativo, visti i km di distanza fra i due centri, riesce a dotarsi a tempo di record, durante l’emergenza covid, di un reparto di terapia intensiva, non previsto dalla riforma, e acquisendo piano piano tutte le carte in regola per diventare, da solo, DEA di I livello.

Capite che tutto questo alimenta il sospetto, in realtà, che qualcuno abbia già intrapreso una strada diversa da quella indicata dal consiglio regionale a suo tempo con la riforma dell’ottobre 2017. 

E non aiuta il fatto che siamo più deboli di altri territori: Alghero è assente nei luoghi e nei tempi in cui si decide e a questa debolezza in termini di rappresentanza deve fare da contraltare una mobilitazione spontanea, generosa e massiva della cittadinanza con in testa il Sindaco, la giunta e il consiglio comunale tutto.

Se non arriveranno rassicurazioni sulle reali intenzioni, con atti ufficiali, le risposte che il territorio attende, sappia chi ha la responsabilità di decidere il futuro di questo territorio, che non staremo fermi a guardare.

Non possiamo accettare di veder declassata la sanità del territorio, con conseguenze importanti per la salute pubblica e l’economia stessa. C’è una città che ha maturato un crescente livello di attenzione e consapevolezza del rischio cui si va incontro come mai in passato


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