Intitolazione vie e politiche della memoria

In relazione alla recente proposta di intitolazione di una via o piazza a Giorgio Almirante, al di là delle valutazioni storiche e politiche sulle quali mi soffermerò in seguito, credo sia opportuno dare anche qualche elemento di chi e come si occupa di toponomastica nel Comune di Alghero.
Faccio presente che il comune di Alghero ha adottato nel 2010 uno specifico regolamento in materia di denominazione di aree di circolazione, spazi ed impianti pubblici, numerazione civica e interna.

La commissione toponomastica, presieduta dal Presidente del Consiglio Comunale, è composta dai capigruppo consiliari. Si tratta di un organo consultivo per l’espressione di parere obbligatorio in merito:
1. alla denominazione di aree di circolazione, spazi ed impianti pubblici;
2. all’iscrizione di lapidi commemorative e loro installazione;
3. alla dedica di monumenti e loro realizzazione.

Ovviamente esiste anche, tra gli uffici comunali, un Servizio Toponomastica per la competenza tecnica in merito alla gestione dell’onomastica stradale e della numerazione civica e interna e che supporta il lavoro della Commissione Toponomastica.

In ragione delle leggi vigenti, invece, l’organo competente alla deliberazione in merito alle materie per cui la Commissione Toponomastica ha l’obbligo di esprimere il proprio parere, è la Giunta Comunale.

Lo stesso regolamento prevede che ogni cittadino residente nel Comune di Alghero ed ogni Ente, Società (pubblica o privata) ed Associazione (regolarmente costituita) con sede in Comune di Alghero, può presentare al Sindaco proposta di denominazione di aree di circolazione, spazi ed impianti pubblici, nonché proposte relative all’iscrizione di lapidi commemorative, dedica di monumenti e loro realizzazione.
Ogni proposta, presentata da persona fisica o società privata, deve essere sottoscritta
da almeno 50 cittadini, che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, residenti nel Comune di Alghero.
I componenti il Consiglio Comunale, invece, possono presentare direttamente proposte di intitolazioni e nuove denominazioni.

Ad oggi, non risulta presentata in maniera ufficiale nessuna proposta di intitolazione ad Almirante, non vi è alcuna sottoscrizione, né alcun consigliere comunale ha depositato tale proposta.
Credo pertanto che la proposta formulata da uno dei due circoli cittadini di FdI non sortirà nessun effetto concreto, ovvero dubito arrivi realmente e formalmente all’attenzione della commissione Toponomastica tale proposta.

È tuttavia questa proposta ci dimostra che è sempre attuale ed opportuno interrogarsi continuamente sul rapporto con la storia del nostro Paese, di quanto ci sia da fare per tracciare un solco di discontinuità tra il passato fascista e il percorso della Repubblica Italiana e di come sia necessario implementare e incoraggiare politiche della memoria efficaci.

Ritengo e sono fermamente convinto che una città che attribuisce alla Senatrice Segre la cittadinanza onoraria non possa allo stesso tempo intitolare una via a chi invece ha una storia ben diversa, si distinse per la sua attività anti-partigiana e di collaborazione con il nazismo e sostenne convintamente il Manifesto della Razza. Sono due scelte incompatibili, antitetiche, dal punto di vista etico, storico e politico.

Pertanto con fermezza rifuggo da questa proposta e, anche qualora, i proponenti trovassero modo di formalizzarla, annuncio fin d’ora la mia più ferma opposizione in seno alla commissione toponomastica di cui sono componente effettivo.

Nel corso del dibattito in aula per l’attribuzione della cittadinanza onoraria alla Sen. Segre, ho chiesto, e rinnovo nuovamente l’appello al sig. Sindaco e alla sua giunta, di rivedere la scelta di revocare la delibera con la quale si chiedeva a chi voleva utilizzare il suolo pubblico di firmare una dichiarazione di adesione ai principi antifascisti contenuti nella Costiuzione italiana.
Anche la revoca di quella delibera è, infatti, una scelta incoerente con l’attribuzione della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre. Occorre essere credibili e coerenti, occorrono atti e fatti concreti.

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