Fronte comune con i comuni del Nord Ovest: uniti contro l'erosione costiera

Nella giornata di venerdì 30 gennaio ho partecipato, unitamente ai sindaci dei Comuni costieri del Nord Ovest della Sardegna, a un convegno promosso dal Comune di Sorso e dall’Università di Sassari, rappresentata dal team del prof. Ginesu, per discutere del problema dell’erosione costiera.
I Comuni di Stintino, Alghero, Porto Torres, Sassari, Castelsardo, Valledoria e Posada uniti per trovare una soluzione corale al problema.
Ho portato un mio contributo al dibattito percorrendo idealmente i km del nostro litorale, dal centro abitato fino a Mugoni, presentando alcuni elementi di criticità emersi nel tempo e come si è intervenuti e come si sta intervenendo tutt’oggi.

di seguito il testo del mio intervento



Gli interventi nel Comune di AlgheroBuona parte del nostro territorio e del nostro mare sono caratterizzati da un elevato grado di naturalità che oltre a costituire un valore in sé rappresenta una grande opportunità di crescita culturale ed economica per la comunità algherese. Tutto ciò che riguarda la tutela del territorio e del mare merita la massima attenzione da parte dell’amministrazione pubblica, a tutti i livelli.L’erosione costiera è da diversi anni al centro delle attenzioni del Comune di Alghero. E non a caso.Come noto, il sistema spiaggia algherese è risorsa strategica del territorio: su di essa, e grazie ad essa, da oltre un secolo si è sviluppata gran parte dell’economia locale, direttamente o indirettamente, dando vigore ad un indotto importante che ancora oggi costituisce l’asse portante e la speranza di crescita per il futuro.Il depauperamento degli arenili non può quindi essere solo un fatto geo-morfologico ma è anche un evento economico che l’Amministrazione pubblica non può permettersi di ignorare.

La parte più frequentata delle spiagge di Alghero è il Lido, 1.500 metri di costa sul cui fronte si affacciano un cospicuo numero di strutture ricettive alberghiere e non che, proprio per vicinanza alla città, sin dagli anni ’50 del secolo scorso hanno visto in questa porzione il luogo ideale dove accogliere li allora crescenti flussi turistici.La costruzione della parte nuova del porto cittadino, con la realizzazione del molo di sopraflutto che oggi conosciamo, amplificò tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80 il fenomeno erosivo della costa del Lido, tanto marcato da ridurre la grande spiaggia ad una sottile striscia, nel tratto iniziale più prossimo al centro completamente erosa sino ad intaccare le fondamenta della strada, crollata sotto l’azione del moto ondoso. Per correre ai ripari si decise di disporre a mare 9 barriere, veri e propri argini che hanno sì influenzato l’idrodinamismo ma hanno contemporaneamente consentito il recupero dell’arenile. Ad onor del vero l’operazione non fu priva di conseguenze negative: infatti se da un lato si riuscì a difendere la costa del Lido, consentendo alla stessa anche una crescita rispetto alle medie storiche della sua estensione, dall’altro ha spostato le energie in gioco un po’ più in là, erodendo completamente la spiaggia tra il campeggio La Mariposa e l’Ospedale Marino.

Oltre il 90 % dell’area di Maria Pia è, invece, interessata da sistemi forestali artificiali.La spiaggia di Fertilia, esattamente nel tratto fronte Palacongressi in corrispondenza dell’attuale rotatoria del Calich, nel corso degli anni è stata interessata da un imponente fenomeno erosivo. Spesso le mareggiate da sud hanno invaso la carreggiata, costringendoci alla chiusura della litoranea. Certamente tra le spiagge più apprezzate della Riviera del Corallo, Le Bombarde sono uno degli arenili di maggior notorietà e frequentazione, ma anche uno di quelli che maggiormente soffrono del fenomeno erosivo. Basti dire che nel 2003 la massima profondità della spiaggia emersa era di 36 mt, ridottisi a 19 metri nel 2005 sino a toccare il minimo dei 14 mt nel 2010.L’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana, gestita direttamente dal Comune di Alghero, ha effettuato con cadenza quadriennale uno studio sul carico antropico (l’ultimo nel 2014 – i dati sono in fase di elaborazione -) limitatamente ai mesi di agosto e settembre, rilevando una frequenza 2006 di circa 38.000 presenze, divenute quasi 49.000 nel 2010. La superficie dell’arenile di cui si parla è di poco superiore ai 5.000 mq e anche se i 60 giorni di rilievo dicono di un’occupazione media giornaliera di 6 mq a persona, in realtà i livelli di concentrazione in alcune porzioni, in particolare in quelle più prossime al parcheggio retrostante la spiaggia, sono ben più alti, certamente più prossimi ai 3 mq.Le problematiche che affliggono i comuni che dalla costa traggono ritorni economici importanti sono tra le massime preoccupazioni delle amministrazioni. Dal 2012 sono stati adottati sistemi leggeri di contenimento e contrasto all’azione del vento direttamente sull’arenile ed in particolare nel tratto di San Giovanni, dove comunque gli interventi dovranno essere ulteriormente rafforzati. Le  problematiche  della  pineta  di  Maria  Pia  sono  prioritariamente  riconducibili  alla  forte  pressione antropica  a  cui  è  sottoposta  nel  periodo  estivo  a  causa  della  mancata  regolamentazione  della fruizione.La pineta svolge una funzione protettiva nei confronti della risorsa suolo e dei processi pedogenetici attivati e di imbrigliamento della sabbia. L’area, pur essendo oramai inglobata nel tessuto urbano, riveste come tutti i sistemi dunali un forte interesse naturalistico e paesaggistico.La pineta per la sua collocazione ad immediato contatto con l’area urbana riveste un notevole interesse per le comunità locali. L’erosione del litorale, con la compromissione del sistema dunale che è conseguenza principalmente di una fruizione non regolamentata. I danni oggi sono riconducibili alla progressiva frammentazione del cordone dunale, alla scomparsa della duna mobile e delle relative componenti vegetazionali, l’alterazione della morfologia dunale e alla presenza diffusa di sentieri e stradelli. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva diffusione di specie alloctone a comportamento invasivo (Carpobrotus). Inoltre lungo la fascia perimentrale interna della pineta sono presenti specie arboree alloctone a comportamento invasivo quali l’ailanto. Nell’ambito del programma di collaborazione con L'Ente Foreste, in via di definizione, sono previste azioni di  eradicazione e di controllo di queste formazioni invasive. 

Nel corso degli anni un imponente fenomeno erosivo si è manifestato verso Fertilia, esattamente nel tratto fronte Palacongressi, in corrispondenza dell’attuale rotatoria del Calich. Nel 2004 ci fu un primo intervento tampone: a seguito dell’avvio della costruzione del secondo lotto del lungomare Barcellona si ottenne di non conferire in discarica la sabbia della spiaggia fossile riportata alla luce con gli scavi, e tombata sotto la ferrovia smantellata alcuni anni prima, ma di depositarla in quella porzione. Un piccolo ripascimento di circa 3.000 mc che consentì di attenuare il fenomeno ma non di eliminarlo. Il punto dolente erano le fallanze nella vegetazione, un ampio varco di oltre 100 mt che lasciava totalmente aperta la strada alla dispersione della parte eolica della spiaggia e, non ultimo, all’ingresso dei mezzi, rendendo impossibile il ricostituirsi del cordone dunale e inutile qualsiasi intervento di contenimento. La chiusura nel 2010 e 2011 del varco mediante ripiantumazione delle palme, l’aggiunta in alcuni punti di tamerici, la realizzazione di palizzate e sistemi leggeri di giunco atti ad intrappolare il sedimento, l’eliminazione degli accessi anche pedonali e l’utilizzo della posidonia spiaggiata come substrato per la ricostituzione del cordone dunale, hanno avuto successo: da allora le specie pioniere insediatesi hanno stabilizzato la duna e fenomeni di sfondamento da parte del mare si verificano nei tratti non interessati da questi interventi, ovvero in corrispondenza dei varchi.

Il progetto RESMAR, cofinanziato da Regione Autonoma della Sardegna e dai fondi del P.O. Marittimo Italia-Francia 2007-2013, ci ha consentito di elaborare i profili della spiaggia emersa e sommersa sino alla profondità degli 11 mt.I rilievi sono stati effettuati nel corso di cinque campagne distribuite tra aprile 2012 e maggio 2013. Ed a partire dal 2012 abbiamo provveduto ad installare in spiaggia un sistema di rilevamento automatico composto da fotocamera e stazione meteo, il tutto collegato in remoto attraverso rete cellulare, il cui scopo era ed è quello di rilevare la variazione della linea di riva nel tempo, tenendo conto della stagionalità e delle condizioni meteorologiche, e la pressione antropica sulla spiaggia.I rilievi a mare hanno da subito evidenziato come la conformazione della baia fosse tale da configurare nel caso specifico de Le Bombarde un fenomeno erosivo ciclico, avendo individuato un vero e proprio deposito nella parte sommersa del sistema che, periodicamente a seconda delle condizioni, viene naturalmente riposizionato nella parte emersa.Le immagini satellitari del 2014 indicano una spiaggia nuovamente in crescita, con massima profondità della parte emersa che ha raggiunto i 25 mt. In questo caso non sono stati effettuati interventi di contenimento né di ripascimento artificiale.

Il Comune di Alghero ha, inoltre, ottenuto un finanziamento dalla Conservatoria delle Coste della Sardegna nell’ambito del programma CAMP. Gli interventi previsti tendono alla salvaguardia dei litorali sabbiosi e l’Amministrazione ha scelto di guardare in questo caso alla spiaggia di Mugoni, soggetta a diversi livelli di tutela (area marina protetta, Parco di Porto Conte, SIC) che dicono da soli del suo pregio. Ma la spiaggia di Mugoni è anche una delle più frequentate in assoluto di tutto il territorio di Alghero, nonostante disponga nella porzione emersa di una profondità media di appena 10 mt.Il flusso particolarmente concentrato per zona e periodo ha inevitabilmente una notevole influenza sullo stato di salute del sistema spiaggia, in particolare sulle dune anch’esse oggetto di studio da parte dell’AMP, in massima parte notevolmente ridotte e più simili a quelle tipiche di una spiaggia urbana piuttosto che extraurbana.Il progetto elaborato nell’ambito del Programma CAMP prevede la realizzazione di staccionate che vincolino l’ingresso in spiaggia ad un numero contenuto e ben preciso di accessi, predisposti su passerelle mobili che limitino quanto più possibile l’impatto sulla duna e migliorino il grado di protezione delle specie endemiche che in essa si sono insediate.L’accesso dal parcheggio sarà inoltre dotato di sistema conta-persone che consentirà all’Amministrazione di disporre di informazioni precise sulla pressione antropica, verificabili in tempo reale.Il progetto prevede inoltre, la fornitura di un mezzo meccanico ecosostenibile per la pulizia della spiaggia, l’esecuzione della raccolta, del trasporto e stoccaggio delle biomasse vegetali spiaggiate.

Alghero ha scelto di tentare di contrastare il fenomeno dell’erosione adottando buone pratiche di utilizzo dei litorali, limitando dove possibile gli accessi ma non l’utilizzo degli arenili, migliorando l’efficacia delle protezioni stagionali e puntando soprattutto al riutilizzo delle banquettes di Posidonia oceanica, quali mezzi di contrasto naturali all’erosione tipica degli eventi estremi fatti di mareggiate e azione pesante propria dei venti dominanti.Non si può immaginare di proteggere il bene arenile (nella sua parte emersa ma anche sommersa) senza tenere debitamente conto che si tratta di un habitat la cui sopravvivenza e buona salute seppur fragili sono possibili anche se l’uomo utilizza questi spazi e ne trae sostentamento economico. Uno studio accurato e condiviso da tutti i comuni costieri non può che trovare favorevole anche l'Amministrazione di Alghero, in un periodo storico in cui saremo chiamati sempre più a lavorare in un'ottica di sistema, insieme, a benificio delle nostre comunità e della nostra terra di Sardegna.
























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