PUC e programmazione urbanistica: quali obbiettivi?

Consiglio Comunale dello scorso 02 febbraio 2023 

La seduta si è protratta dalle 17:00 del pomeriggio fino alle 03:30 del mattino del giorno seguente. Abbiamo provato,come consiglieri comunali di opposizione, ad animare il dibattito, con interventi puntuali e con 22 emendamenti di cui sette hanno trovato la condivisione dell'intero consiglio.

Abbiamo, alla fine, espresso un voto contrario sulla proposta complessiva di preliminare perché facciamo fatica a capire quali obbiettivi persegua.

Nel preliminare non si sa bene che cosa succederà nella città esistente, se si continuerà a demolire e ricostruire più in alto, più caro, con alloggi più piccoli, se ci saranno più meno servizi e verde urbano.

Non emerge neanche un indirizzo per quel che riguarda le politiche abitative e  anche su altri grandi temi, che questo strumento affronta in maniera molto generica con quelli che vengono definiti progetti speciali, sono emerse nel corso del dibattito delle posizioni e visioni politiche nettamente differenti.

Di seguito il mio intervento nella discussione generale sulla proposta di preliminare di Piano Urbanistico Comunale e nel quale ho proposto una riflessione sui punti velocemente indicati in precedenza.


Grazie sig. Presidente.

Auspico che la riflessione che propongo oggi venga accolta come un contributo all'elaborazione del Puc, anche nei passaggi più critici e tanto più se consideriamo che siamo in una fase preliminare e in vista pertanto della seconda fase di programmazione in considerazione del fatto che su temi così rilevanti è quanto mai auspicabile trovare la massima convergenza possibile di idee e contenuti.

Nella riflessione che voglio proporre parto da una domanda, intanto:

Quali obiettivi si pone il PUC, di cui si discute un preliminare fatto di una relazione, due mappe e da un rapporto ambientale?

1) Attrarre abitanti? Non mi pare di rinvenire tracce di politiche per la casa.

Rispetto alle linee guida, i dati demografici smentiscono le previsioni, con una città che invecchia e fa figli peggio della media regionale e provinciale:

un requisito fondamentale, la conoscenza dei dati demografici, per il dimensionamento del piano e per stabilire se e quali nuove volumetrie possano essere realizzate, che non trova fondamento nella realtà fotografata dai tecnici. 

Nel preliminare non si sa bene che cosa succederà nella città esistente, se si continuerà a demolire e ricostruire più in alto, più caro, con alloggi più piccoli, meno servizi e meno verde, in cambio di qualche garage da mettere all'asta.

Credo che sul tema della “casa” dobbiamo essere più coraggiosi e magari prendere spunto anche da altre realtà che hanno messo appunto iniziative e regole per rendere più dinamico questo ambito e intercettare le diverse esigenze che possono esserci in una popolazione ampia come anche quella della nostra città e dando un indirizzo chiaro per provare ad aiutare tutti (penso a chi vuole metter su famiglia, o alle famiglie per le quali cambiano le esigenze di spazi nel corso della vita e anche alle persone che non hanno nel dato momento possibilità di accesso al credito e però sono magari in grado di sostenere un affitto seppur non a canone di mercato).

Sull’aspetto demografico, peraltro, il RA apporta altre indicazioni: se inizialmente illude un andamento migliore della media regionale nel periodo 2005-2020, allarma il valore dell'indice di vecchiaia, ben oltre tutte le medie... Ciò significa che manca popolazione giovane (per essere precisi: per ogni abitante di età sino a 14 anni, ce ne sono oltre 2,6 di età superiore ai 65), inoltre il saldo naturale più recente è in passivo del 40% in più rispetto alla media degli ultimi dieci anni (che è comunque elevato): -256 residenti, che non è compensato da un saldo migratorio modesto che ha un minimo di +23. Anche il quoziente di natalità di Alghero è più basso della media provinciale e regionale,  tutti dati che, in definitiva, rendono quanto meno improbabile l’aumento stimato di 5.000 abitanti. 

2) Forse l'obiettivo è la coerenza con l'assetto ambientale? Nel preliminare e nel Rapporto Ambientale mancano alcuni elementi del Piano di Assetto Idrogeologico, che non solo è un obbligo ma un dovere morale per evitare danni a cose e persone in caso di alluvioni e frane.

Non c’è nessuna mappa che consenta di comparare le previsioni insediative con il PAI.

Piano di Assetto Idrogeologico, peraltro, ancora non approvato e solo adottato e che per quanto possa essere considerato un piano in continuo aggiornamento almeno alcune indicazioni un preliminare di PUC le deve contenere.

Nel Rapporto Ambientale, peraltro, l'Analisi di coerenza esterna NON contiene l'analisi, bensì la sola lista dei piani sovraordinati ai quali dovrà riferirsi. Dovrebbe invece confrontare gli obiettivi del Piano con quelli degli strumenti sovraordinati, ma questo lavoro viene rinviata alla Fase 2.

Nel Rapporto Ambientale, cosa peraltro rilevata dalla Consigliera Alivesi nel corso della discussione sul PAI, manca la mappa della pericolosità idraulica PER TUTTO IL PROMONTORIO DI CAPO CACCIA e della baia di Porto Conte: si fermano al Lazzaretto! In questa zona insistono aree a rischio esondazione (come per es.: Pischina Salida). 

E per rimanere nell’area parco, non si sa bene neanche come e quando il PUC si adeguerà al Piano del Parco. E anche questo è piuttosto singolare considerando che il piano del parco è uno strumento di pianificazione sovraordinato e necessariamente le due progettazioni dovrebbero essere allineate o quanto meno i rispettivi uffici di piano dovrebbero aver comunicato fra loro.

3 ) Forse l'obiettivo è la qualità della vita?

Le mappe si concentrano, inoltre, su  "progetti speciali", come un "polo sanitario" a Mamuntanas (per chi?), o cose che sono già nei fatti, come un centro intermodale alla Pietraia (ma ci sono state interlocuzioni con ARST?) o una cittadella sportiva a Maria Pia. O con nuove espansioni edilizie nella stessa Maria Pia, a Porto Conte, Mugoni, Cala Bona.

Ci sono alcuni aspetti che meritano quanto meno una chiarificazione se non un approfondimento per la loro genericità che stride con la rilevanza dei temi sui quali, invece, sarebbe opportuno un indirizzo politico chiaro. Per esempio:

- "I comparti di completamento della città consolidata" indicati per l'ambito urbano e suburbano (tutto ciò che è "dentro" la circonvallazione)

- La "doppia valenza di agricola e insediativa" nella corona olivetata;

- il "Progetto di nuovi ambiti di urbanizzazione e ridefinizione dei margini urbani" (che tra l'altro è indicato come obiettivo, mentre è un'azione... 

- La "Valorizzazione dell’area del campo Mariotti";

- La "Realizzazione di nuovi servizi destinati allo sport e alla ricettività a Maria Pia";

- "Incremento, completamento e miglioramento qualitativo dell’offerta ricettiva sulla fascia costiera;

- La "Realizzazione di nuove strutture ricettive nelle polarità di Porto Conte, Calabona e Maria Pia";

- La "Realizzazione di nuove polarità ricettive in ambito urbano lungo la fascia costiera e ai margini urbani";

Cosa si intende, inoltre, con : "Miglioramento della qualità dei servizi di supporto alla fruizione turistico-balneare"?   

Ci sono aree identificate nei progetti speciali con un “pallone rosso” grande e generale che non scende nel particolare e non consente di identificare nel dettaglio le aree di interesse. E mi si risponderà: “beh, questi sono aspetti da sviluppare nella fase 2”, ma io ritengo invece che quanto meno un indirizzo politico chiaro vada già espresso in questa fase preliminare.

Per intenderci sul polo turistico ambientale di Maria Pia possiamo lasciare generica e indefinita la previsione di nuove strutture alberghiere, senza alcuna indicazione parametrica? Io ritengo di no. E vorrei quanto meno capire qual è l’intenzione rispetto agli standard relativi ai servizi di quartiere previsti dal PRG. Dove si prevede di spostarli?

L'unico obiettivo ci pare dunque sia un'ulteriore crescita delle volumetrie turistiche, dato che gli abitanti caleranno. 

Non importa, forse, se ad Alghero la popolazione è al sicuro in caso di alluvione, se trova case a prezzi accessibili, se riesce a raggiungere facilmente i servizi? e a riguardo di quest’ultimo aspetto un altro capitolo da aprire sarebbe sul piano della mobilità già adottato e mai portato ad approvazione da questa amministrazione e al quale non si fa riferimento in questo preliminare.

Credo che tra le priorità di un PUC ci deve essere la risposta a queste domande. 

Domande cruciali, per ora senza risposta in questo preliminare di PUC e che impongono più di una riflessione sull’espressione di voto che siamo chiamati ad esprimere su questa proposta di delibera.

Prima di concludere il mio intervento vorrei fare due osservazioni più tecniche:

1) SUOLI Nelle linee guida della Regione sulla Vas dei Puc, c'è una parte sui suoli che è obbligatoria nel riordino delle conoscenze ed è tra quelle di cui valutare le interazioni col Puc.

Secondo le linee guida regionali, è necessario stimare alcuni indicatori tra i quali: misurare la quota percentuale di ogni classe di capacità d'uso, la quota percentuale di diverse classi di uso del suolo (urbanizzate, agricole, boschi e aree semi-naturali) e il verde urbano per abitante.

Occorre, inoltre, indicare il consumo di suolo dagli anni '50 per ogni classe di capacità d'uso, così come mappare le aree a rischio di erosione costiera e le aree a rischio di desertificazione secondo la metodologia ESas (che guarda caso valuta gli effetti delle destinazioni d'uso).

Di questi indicatori non mi pare vi sia traccia nel rapporto ambientale, dove ci si limita ad un numero limitato, e probabilmente poco efficace, di indicatori per il monitoraggio della componente "suolo": Numero di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico attuati, Numero di interventi finalizzati a forme di tutela dell’assetto ambientale, poi un "indice di permeabilità dei suoli" e l'estensione delle aree urbanizzate.

Lo Stato ha normato l'ordinamento professionale, ha stabilito e chiarito le varie competenze attribuite ai diversi ordini e ritengo di poter dire che questo tipo di valutazione rientra tra le prerogative professionali di alcune specifiche categorie in particolare per quel che riguarda l'uso del suolo. 

Rivolgo, pertanto, una domanda che vorrei fosse messa a verbale così come la conseguente risposta: vorrei sapere se la composizione del gruppo di lavoro che ha curato la stesura del rapporto ambientale è conforme al dettato normativo in materia di attribuzioni professionali rispetto a ciascun aspetto che il rapporto ambientale ha preso in considerazione. 

Per quale motivo di questi indicatori previsti nelle linee guida della Regione nel Rapporto Ambientale ci si limita ad un numero limitato di essi? 

A questo quesito vorrei una risposta motivata con riferimenti normativi. 

2) piani e linee guida. 

Nel Rapporto Ambientale ci dovrebbero essere tutti i piani citati dalle linee guida.

Non mi pare di trovare traccia, però, del Piano Regionale delle Attività Estrattive.

Non sono citati piani sulla qualità dell'aria, né i piani di bonifica dei siti inquinati (a riguardo nella mappa dei siti inquinati non rientra forse Calabona in quanto ex miniera? e che quindi ha un indice di vulnerabilità più elevata? guarda caso proprio un’area dove si prevede un progetto speciale…e mi chiedo quindi che compatibilità ci sia con la vulnerabilità dell'area).

Non mi pare vi sia riscontro nemmeno del piano regionale del turismo.

Si legge, inoltre, nel rapporto ambientale che “la coerenza esterna del Piano Urbanistico Comunale di Alghero deve essere analizzato in relazione al contesto programmatico esistente. Si tratta, in pratica, di valutare se le linee di sviluppo delineate all’interno del PUC sono coerenti con gli indirizzi previsti da altri Piani e/o Programmi già esistenti e con i quali il PUC potrebbe avere delle interazioni”. È quanto meno curioso e singolare leggere che questa coerenza si misuri anche con due strumenti completamente abbandonati da questa amministrazione: la zonizzazione acustica e il Piano Urbano del Traffico, quest’ultimo già adottato nel 2018 e mai portato ad approvazione.

Vorrei, pertanto, sapere perché non sono indicati tutti i piani citati dalle linee guida e che tipo di coerenza si può valutare rispetto a due piani mai approvati e di cui, anzi, nel corso di questa consiliatura si è persa ogni traccia.


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