Regione Sardegna no slot

Nella seduta di ieri il Consiglio regionale ha approvato la legge che reca disposizioni in materia da gioco d'azzardo. Anche la Regione Sardegna ha così una sua disciplina sulla materia. Nonostante i distinguo in aula, ritengo sia un provvedimento importante che costituirà un riferimento importante per gli enti locali, così fondamentale saranno la sensibilizzazione e l'informazione per prevenire, e l'accompagnamento e le cure per le persone che ne soffrono.


Ritengo importante che oggi si discuta questa proposta di legge e che si riesca ad approvarla in questa legislatura.


L’azzardo è un business deviato che crea valore per pochi, ma impoverisce tanti, dissipandone il risparmio, ma anche, e soprattutto, rovinando i legami sociali, a iniziare da quelli familiari.

Purtroppo è un fenomeno che continua a mietere vittime seppure formalmente in modo legale, in quanto offerto dallo Stato, ma anche in questo caso occorre chiamarlo con il suo nome: si tratta di azzardo e genera crescente povertà e sofferenza. Esattamente quello che uno Stato non dovrebbe fare pensando al bene della comunità, tanto che al legislatore è affidato il compito di determinare i programmi e i controlli opportuni perchè l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. L’art. 41 della Costituzione italiana pur nel definire libera l’iniziativa economica privata, precisa infatti che la stessa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

Da qui numerose disposizioni normative che sottopongono le attività economiche a restrizioni volte a tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, nonché altri valori di rilievo generale, e il contrasto agli effetti discorsivi dell’azzardo, è un preciso dovere che il legislatore non può non assumersi nell’ottica di salvaguardare la dignità e l’integrità delle persone.

Alcune Amministrazioni locali in questi anni hanno deciso di intervenire per regolare e limitare il fenomeno perché seriamente preoccupati per l’impatto sulla vita dei loro concittadini. Sassari ha regolamentato gli orari e premia con sgravi fiscali gli esercizi che rinunciano alle macchinette, Alghero ha addirittura sfidato il vuoto normativo con un’ordinanza che individua i luoghi sensibili, e fissa le distanze consentite per installare sale giochi e slot.

Oggi abbiamo l’opportunità e la responsabilità di dotare la Regione Sardegna di un quadro normativo che metta a sistema le attività di prevenzione e informazione e di accompagnamento per le persone e le famiglie che purtroppo hanno a che fare con questo problema: il Piano regionale del gioco d’azzardo patologico, per gestire prevenzione, cura e riabilitazione, e l’Osservatorio regionale del disturbo dal gioco d’azzardo, per monitorare il fenomeno. Ovviamente è solo un primo intervento urgente, ma ci sarà bisogno di un impegno ancora maggiore sopratutto per curare chi soffre già di questi disturbi. Nelle Asl sarde esistono  strutture per l’assistenza a chi è dipendente dal gioco ma, alla luce dei dati allarmanti, probabilmente occorrerà un potenziamento e un coordinamento  anche con le iniziative delle associazioni di volontariato.

Intanto mettiamo un punto fermo contro l’azzardo nella nostra isola, uno strumento per tutelare la salute psichica e fisica dei cittadini e prevenirne impoverimento, disagio e sofferenza. Ma è soprattutto  l’occasione di evidenziare la volontà politica di dire che l’azzardo fa male e vogliamo contrastarlo. Scommettiamo su di noi, sui sardi,  scommettiamo su una società che pensa al bene delle persone e si fa carico delle situazioni di fragilità. E non dimentichiamo che l’azzardo non è un gioco e si perde sempre, anche quando si vince.





Commenti

Post più popolari