È nuovamente una questione di scelta

Le dimissioni sono l’ultimo atto di un percorso lungo e travagliato. Abbiamo provato in tutti i modi a raddrizzare le sorti di un’esperienza politico-amministrativa deludente dal punto di vista dei risultati e del metodo.
Di fronte a una situazione di inerzia e all’inefficacia dell’azione amministrativa, riconosciuta a porte chiuse da tutti i consiglieri comunali, sono del tutto insufficienti le motivazioni addotte pubblicamente per allontanare lo spettro delle dimissioni del sindaco o della maggioranza dei consiglieri.
Non è sufficiente dire che avremmo dovuto affrontare questioni importanti per i nostri concittadini, in rifermento agli addetti alla sosta, alla società In House, per citarne alcuni attuali e prioritari. Quei problemi, quelle e altre situazioni, non nascono oggi e se non siamo stati in grado di risolverli nei 500 giorni di amministrazione, occorre avere l’onestà di ammettere che non avrebbero trovato soluzione neanche nei giorni a seguire. Non si gioca strumentalmente con le necessità reali delle persone per avallare la propria posizione.
Non è sufficiente dire che la città ritornerà al centro destra. Di fronte alle conclamate difficoltà del sindaco e della coalizione è più onesto ammettere i propri errori e assumersi le proprie responsabilità, invece di cercare sterili giustificazioni. Rifiuto l’atteggiamento giustizialista e massimalista, tipico di certi ambienti di sinistra,  per cui quando consiglieri di centrosinistra firmano insieme a consiglieri di centrodestra per cacciare un sindaco di destra è cosa buona e giusta, quando viceversa le stesse condizioni si creano per porre fine a un’esperienza, deludente, di centrosinistra si grida allo scandalo. Dov’é la coerenza?  La vera coerenza sta nel rimanere fedeli all’unico patto con gli elettori: realizzare il programma con il quale ci si è presentati. Se non si è in grado di farlo, è opportuno trarne le conseguenze e non continuare a sostenere acriticamente un’amministrazione.
Non è sufficiente sventolare l’arrivo del commissario come una sciagura per Alghero. È certamente  un fallimento della politica quando si creano le condizioni per un commissariamento, ma è opportuno chiedersi: per il bene della città, è meglio il commissario e nuove elezioni fra qualche mese, o perpetuare l’esistenza di un’amministrazione e di una coalizione completamenti ingessati, paralizzati incapaci di realizzare il programma con il quale si sono presentati in campagna elettorale e dare risposta alle esigenze dei cittadini?
Ora tutti cercano di defilarsi scaricando le responsabilità sugli altri, della serie “si salvi chi può” e cimentandosi nell’arte del dileggio. È un esercizio meschino e poco onorevole. Credo che ciascuno si debba fare un esame di coscienza e assumersi la propria parte di responsabilità: sindaco, giunta, consiglieri e forze politiche, ciascuno secondo le proprie attribuzioni, differenti, per ruoli istituzionali e politici. Bisogna anche impegnarsi a elevare i toni del confronto politico sui contenuti, evitando di contrapporre toni da stadio. La politica necessita di sobrietà e responsabilità e chi ha ricoperto ruoli istituzionali ha il dovere di servire con decoro e onore la comunità che rappresenta.
Io mi sono preso le mie responsabilità e ho deciso di firmare le dimissioni prima che la situazione politica, inconcludente dal mio punto di vista, degenerasse ulteriormente, acuendo i problemi rimasti irrisolti. Sarebbe stato molto più comodo, egoisticamente parlando, continuare questa esperienza, cercando magari di distinguere il mio impegno con il lavoro della V Commissione. Ma faccio politica con l’unico intento di dare un contributo alla crescita della nostra comunità. Non vedendo prospettiva nell’azione amministrativa, sono convinto che la decisione di dimetterci sia stata la scelta più giusta ed opportuna. Quando mi sono candidato, dopo anni di impegno sociale e politico, ho contribuito a presentare alla città un progetto che mi entusiasmava e in cui credevo. La visione di un'Alghero migliore, più bella, più energica, più viva, in cui prevalesse il senso di comunità. Tante persone hanno creduto in questo progetto. Ora, di fronte alla conclusione dell’esperienza politico-amministrativa capisco i dubbi, l'amarezza e persino il dolore di chi si sente deluso, pur ciascuno per motivazioni e punti di vista differenti. Non c'è niente di cui essere allegri, e neanche io lo sono.
Sono però sicuro che il cambiamento è un processo lento e lungo che passa anche dai fallimenti. Questa esperienza, breve ma intensa, mi ha insegnato tante cose e sono convinto che Alghero ha tutte le potenzialità per diventare la città che in tanti sogniamo. Il metodo per realizzarlo provato in questi mesi non ha funzionato, ma il progetto è valido e finché avrò motivazioni e forze proverò a dare il mio contributo secondo le modalità e le forme che anche la volontà dei cittadini determinerà. Si può fare politica sia dentro che fuori le istituzioni, ma è comunque una gran cosa quando si fa con responsabilità e spirito di servizio.
Insieme.


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