non sempre un risultato positivo è indice di buona amministrazione
In questi giorni in Consiglio Comunale stiamo esaminando il rendiconto dell'esercizio finanziario 2012. Dopo l'illustrazione del documento ad opera della Giunta, prima l'Assessore Scanu che ha delega al bilancio e poi ogni Assessore per le deleghe di sua competenza, nella seduta di mercoledì si è aperta la discussione generale che proseguirà venerdì 28 giugno, martedì 2 luglio e mercoledì 3 luglio.
Dopo aver studiato il documento ne ho tratto la conclusione che non sempre un risultato positivo è indice di buona amministrazione e nel corso della seduta di mercoledì sono intervenuto in aula per fare alcune considerazioni in merito.
Di seguito il testo dell'intervento in aula.
CONSIGLIO COMUNALE del 26 giugno 2013
Inevitabilmente ci saranno state delle difficoltà dal punto di vista amministrativo, però è opportuno precisare che anche da quel punto di vista ci sono delle responsabilità politiche ben precise.
Dopo aver studiato il documento ne ho tratto la conclusione che non sempre un risultato positivo è indice di buona amministrazione e nel corso della seduta di mercoledì sono intervenuto in aula per fare alcune considerazioni in merito.
Di seguito il testo dell'intervento in aula.
CONSIGLIO COMUNALE del 26 giugno 2013
Grazie Presidente.
Prendo la parola in questo
dibattito per fare alcune considerazioni e sottolineature, con particolare riferimento alle indicazioni
politiche, che invocava il Consigliere Pais, che da questo documento, e dal
clima con il quale approda in aula, si possono trarre.
Considerazioni politiche che però
non possono prescindere anche da un richiamo al comportamento del
consigliere Pais che ogni qualvolta
se ne presenta l’opportunità cerca di andare in deroga alle regole, ad una
corretta dialettica in questo confronto, cercando di prendersi più spazio di
quello che le regole consentono e i richiami opportuni della Presidente richiamano.
Quando critichiamo l’impostazione
del rendiconto, consigliere Pais, che inevitabilmente ha il riflesso delle
gestioni precedenti, tant’è che più di qualcuno ne rivendica la presunta bontà,
poniamo il problema delle criticità di impostazione dal bilancio che ne è alla
base e della necessità di rivendicare una impostazione radicalmente diversa
degli orientamenti.
Il rendiconto 2012 riflette delle
scelte del passato dalle quali vogliamo prendere le distanze, a iniziare come
diceva il Consigliere Accardo dal prossimo
bilancio di previsione che inevitabilmente verterà per intero in termini
di responsabilità su questa maggioranza.
Abbiamo due visioni diverse di
futuro per la nostra città e inevitabilmente devono trovare riferimenti
differenti in un bilancio tanto di previsione, quanto nel rendiconto che
esprime la fotografia di ciò che si è riuscito a fare e dell’utilizzo delle
risorse disponibili rispetto a quanto si era delineato nel bilancio di
previsione.
Prima di entrare nel merito di
alcune considerazioni sul rendiconto vorrei, quindi, articolare alcune
considerazioni a partire dal concetto che nel rendiconto colpisce alla fine più
ciò che non c’è di ciò che c’è.
Prima considerazione:
L’impostazione di questo rendiconto non ha quegli elementi politici
significativi che deve avere un rendiconto che si basi su un bilancio di
centrosinistra. Non c’è una chiara e netta visione delle politiche indicate in
campagna elettorale e non può averla essendo caratterizzato dal riflesso delle
gestioni precedenti e da 8 mesi di gestione commissariale per il 2012.
Lo avevo detto anche nella seduta
in cui fu discusso e approvato il bilancio di previsione a cui si riferisce
questo consuntivo: uno schema di bilancio predisposto per lo più nella gestione
commissariale della nostra città non può certamente essere il bilancio che
tutti avremmo voluto, non ha certamente quelle caratteristiche, quell’anima,
che avremmo voluto avesse.
Seconda considerazione: attiene
alla constatazione che emerge dagli atti del bilancio, ovvero l’ampiezza delle
disponibilità finanziarie di cui ha goduto chi ha amministrato negli anni
precedenti. Ma a fronte di questa disponibilità notiamo e mettiamo in evidenza
la diversità del disegno organico e complessivo di sviluppo della città.
Se entriamo nel contenuto del
rendiconto troviamo, infatti, una serie di singoli provvedimenti, di scelte, di
indicazioni di spesa anche positivi dal punto di vista contabile, ma ciò che
colpisce è che a fronte di un segno positivo in realtà non c’è il famoso
tesoretto di cui qualcuno si è riempito la bocca. Come riferito anche nella
relazione dell’esecutivo non sempre un risultato positivo è indice di buona
amministrazione, occorre andare al di là di una lettura tecnica dei numeri.
Colpiscono e sono un dato
politicamente rilevante, infatti, alcuni elementi evidenziati nella relazione
dei revisori dei conti:
Il risultato d’amministrazione
dell’esercizio 2012 presenta un avanzo di euro 24.447.272,87 di cui ben €
21.558.105,02 sono vincolati (€ 5.552.878,41 per finanziamenti specifici; €
16.005.226,61 vincolati per destinazione, cioè volontariamente accantonati in
previsione di potenziali passività o inesigibilità di crediti. Previsione che
evidentemente è attendibile se si accantona una tale somma).
Se si considera che l’avanzo di
amministrazione è, in un dato momento, il saldo tra fondo di cassa esistente
più residui attivi meno residui passivi
e di fatto rappresenta un indice di liquidità immediata, si capisce che,
per i numeri sopra indicati la liquidità reale al 31.12.2012 è costituita
appena da € 421.008,64.
Sapete cosa suggeriscono di fare
i revisori di questo avanzo? Nella relazione si dichiara espressamente che per
quanto riguarda l’avanzo di amministrazione si ritiene opportuno apporre un
vincolo di destinazione su tutto l’avanzo dell’esercizio 2012, ed in ogni caso,
qualora ciò non avvenga, che l’eventuale parte non vincolata venga utilizzata
per alcune priorità, indicate nella relazione. Altro che tesoretto, altro che
fieno in cascina.
In relazione all’analisi delle
principali poste la relazione dei revisori evidenzia una tendenziale difficoltà
alla riscossione.
Prescindendo dalle difficoltà
legate ai cambiamenti normativi di cui riferiva ieri l’assessore che rendevano
nel 2011 più complicato il recupero coattivo, rimane il dato oggettivo delle
difficoltà alla riscossione, sulla quale l’amministrazione comunale ha lavorato
e in soli quattro mesi ha predisposto il regolamento delle entrate approvato
poi nel corso del 2012 e che potrà consentire alla Secal un miglior utilizzo
degli strumenti di riscossione, anche coattiva.
Passiamo poi all’entità dei
residui attivi e passivi. In generale mantenere in bilancio residui troppo
vetusti, addirittura non più esigibili e che, quindi, non si tramuteranno mai
in disponibilità finanziaria, comporta una dilatazione ingiustificata
dell’avanzo di amministrazione che se da un lato consente nell’immediato il
pareggio di bilancio e di disporre artificialmente di capacità di spesa,
dall’altro comporterà inevitabilmente negli anni l’ingessarsi dell’azione
amministrativa e la prospettiva del
dissesto finanziario.
I revisori stessi evidenziano che
ci sono “nel conto del bilancio 2012 residui attivi anteriori all’anno 2008 per
un ammontare di quasi 20 milioni di euro, sulla cui esigibilità si ritiene
debba continuare un monitoraggio attento al fine di verificare l’effettiva
sussistenza delle ragioni di credito che giustificano il mantenimento a
bilancio dei residui attivi”. E a tal fine, guarda caso, è stato
cautelativamente vincolata una parte dell’avanzo di amministrazione disponibile
per un importo di quasi 16 milioni di euro.
Sempre sulla base della relazione
dei revisori, sarebbe interessante capire qual è l’entità, tra i residui, di
entrate accertate non ancora riscosse, e che forse non riscuoteremo mai, come
quelle dell’idrico. Grazie ad un’attenta e puntuale opera di accertamento da
parte di questa amministrazione sono stati cancellati residui attivi relativi
al servizio idrico integrato precedenti al 2004.
Residui attivi per un importo di
3 milioni di euro sono stati trasferiti nello stato patrimoniale tra le
immobilizzazioni finanziarie. Altri 5 milioni di euro sono stati stralciati
anche dallo stato patrimoniale. E’ interessante capire come è stata gestita in
passato questa partita, come mai si è arrivati ad una situazione tale per cui abbiamo
in bilancio crediti definiti ieri dal dott. Bozzo di dubbia esigibilità, quanto
e cosa è stato fatto per recuperarli visto che parliamo anche di crediti
antecedenti al 2007. In tutto ciò la riflessione va aperta anche sul ruolo che
ha assunto in passato la Secal, come incide nel nostro bilancio e quale
funzione potrà avere in futuro, come potenziarne il ruolo, anche in
considerazione del fatto che vi è un problema enorme nell’ambito della
riscossione, in un contesto oltretutto di crisi generalizzata e che assume i
connotati anche dell’equità sociale.
Vorrei, inoltre, ricordare che
negli ultimi 10 anni i residui hanno avuto una crescita esponenziale. Voglio
ricordare che nel 2002 ammontavano ad € 64.984.705,66 con un totale entrate
correnti di € 49.754.933,46. Nel 2010 ammontavano ad € 110.393.503,21 con un
totale entrate correnti di € 54.554.600,42.
In dieci anni l’importo dei
crediti non riscossi e dei debiti non pagati sono raddoppiati. In generale più
è basso il rapporto percentuale tra residui attivi e totale entrate più il
bilancio è pulito, solido, indicativo di una gestione oculata, più il rapporto
percentuale è alto (in relazione al rendiconto 2011 Alghero è al 202% e si pone
tra il comune di Napoli e il comune di Catania nella speciale classifica
pubblicata dal sole 24 Ore del 18/12/2012) più alta è l’incapacità
amministrativa di trasformare le previsioni in fatti concreti.
Da queste poche considerazioni
emerge che questo rendiconto è un bilancio in sofferenza sul quale pesa
enormemente anche la gestione delle opere pubbliche.
Nel corso della seduta di ieri la
Dirigente dei servizi finanziaria, la dott.ssa Caria, in riferimento ad una
precisa domanda pervenuta dai banchi del Pd, ha affermato che nel 2007-2008 lo
Stato prima e la Regione autorizzarono a considerare, ai fini del patto di
stabilità, come incassati, finanziamenti non ancora erogati creando nel tempo
uno squilibrio di cassa (quest’anno €
3.500.000) non potendo considerarli incassati nel momento in cui li incasso
realmente.
L’Assessore Scanu ha poi
precisato che si tratta di opere pubbliche per un importo di circa 33 milioni
di euro per le quali è stato rimandato agli anni futuri, e quindi anche all’amministrazione
di oggi, il cofinanziamento dovuto per quelle opere per cui il centrodestra ha
fatto tanta propaganda.
Insomma, al di là della liceità
di alcuni giochi contabili, pur leciti, messi in evidenza anche in passato
dall’allora opposizione, dal mio punto di vista è opportuno affermare che
comportamenti giuridicamente corretti non sono sempre politicamente corretti.
Se l'Amministrazione precedente ha
destinato milioni di euro per opere infrastrutturali, e investimenti
territoriali portati avanti con contributi regionali ed europei senza guardare
alle priorità socio economiche della città di Alghero, noi abbiamo il dovere di
pensare all'urgenza di asili nido, di strutture sportive, spazi ricreativi e di
socializzazione, al centro residenziale per anziani ancora in balia di
interventi straordinari, ai servizi per le persone con disabilità, a progetti
di sostegno al reddito.
Ho ascoltato con attenzione la
relazione dell’Ass. Caula nei giorni scorsi. Credo che una amministrazione che
ha davvero a cuore il bene dei propri cittadini debba necessariamente destinare
attenzione prioritaria alle politiche sociali a maggior ragione in un periodo
di crisi come questo. Non ce ne facciamo niente di opere che abbelliscono il
salotto buono della città se c’è gente senza lavoro, senza una casa, senza un
pasto.
A queste situazioni occorre
guardare nel prossimo futuro a iniziare dalle riflessioni in merito alla
composizione del prossimo bilancio di previsione. Se non ci caratterizziamo per
queste priorità non so proprio su cosa dovrebbe caratterizzarsi la buona
politica e la politica del centro sinistra.
Insomma, archiviato questo
bilancio non ci sono più scuse verso il passato e le responsabilità saranno tutte in capo a questa amministrazione
e a questa maggioranza. Era giusto però precisare quelle che sono le
responsabilità del passato: sono abituato a prendermi le responsabilità delle
cose che faccio, di cui sono responsabile in prima persona, ma non voglio
prendermi responsabilità che vengono da scelte fatte nel passato, di cui
necessariamente da oggi in poi dovremmo farci carico.
Me lo aspetto soprattutto a
partire dal bilancio di previsione, Sig. Sindaco ma già dal rendiconto è bene
evidenziare metodi e contenuti, se non altro per rimarcare un nuovo corso che
mi auguro possa prendere avvio dopo un primo anno di rodaggio, così come lei
stesso ha auspicato nell’intervento di ieri in riferimento alla avviata fase di
confronto, rinnovamento e rilancio dell’azione amministrativa in cui la
politica si possa caratterizzare per politiche importanti per questa città, ad
iniziare dalle politiche sociali.
Prima di chiudere devo
necessariamente puntualizzare un altro aspetto citato dal Consigliere Pais. Ha
parlato, nel suo intervento, dell’area artigianale di Ungias-Galantè che spesso
e volentieri ritornano in quest’aula, sovente sotto forma div interrogazioni,
ed oggetto di diverse interrogazioni.
Voglio ricordare al consigliere
Pais che se è vero che l’Amministrazione di volta in volta, e lo ha fatto anche
la sua Amministrazione, deve partecipare a bandi regionali per il reperimento
di risorse funzionali all’ultimazione delle infrastrutture, lo deve fare anche perché
quelle aree non sono mai state completate, nonostante il prezzo di cessione dei
lotti fosse comprensivo dei costi di acquisizione e di realizzazione delle
infrastrutture.Inevitabilmente ci saranno state delle difficoltà dal punto di vista amministrativo, però è opportuno precisare che anche da quel punto di vista ci sono delle responsabilità politiche ben precise.
Tra l’altro dei lotti che non
sono costati poco agli artigiani, che hanno pagato 52,99 euro al mq e il
regolamento prevedeva che quei lotti dovessero essere consegnati – previa
formalizzazione degli atti di alienazione – solo dopo il completamento delle
opere di urbanizzazione primarie e secondarie che, dal 2008 ad oggi, non sono
state ancora completate.
Anche questa non può essere una
responsabilità attribuibile a questa maggioranza.
Commenti
Posta un commento