Servivano le primarie?
Le primarie sono uno strumento di partecipazione straordinario. Ne
abbiamo avuto prova in diversi appuntamenti, da ultimo nella recente
competizione della coalizione di centrosinistra “Italia.BeneComune” per
l’individuazione del candidato alla Presidenza del Consiglio.
Sulla scia del buon riscontro avuto in quest’ultima consultazione,
il PD ha scelto di indire le primarie anche per l’individuazione dei propri
rappresentanti in Parlamento o, per essere precisi, di una parte di essi,
esattamente il 90%, riservando alla Direzione nazionale la facoltà di definire i
restanti posti in lista.
A guardare le regole,
quindi, non ci sarebbe nulla da eccepire rispetto all’attuale composizione
delle liste.
Credo, però, che le regole vadano sempre applicate con il buon
senso per evitare che quanto stabilito possa nuocere al risultato sperato.
Soprattutto occorre che le regole siano giuste ed eque! Il ragionamento sulle
regole è già viziato in partenza dal fatto che le primarie per i parlamentari
nascono in risposta a un evidente iniquità: l’inaccettabile legge elettorale
che sottrae ai cittadini la possibilità di scegliere i propri parlamentari.
Nel tentativo, nobile, di restituire dignità al voto popolare, la
Direzione nazionale del PD ha finito per incartarsi e vanificare il buon
riscontro delle primarie dapprima legando a determinate regole la possibilità
di avanzare una candidatura e, inoltre, limitando la platea dei votanti;
successivamente alle primarie applicando in maniera spregiudicata la
possibilità di utilizzare la “riserva” del 10% garantendo in posti a sicura
elezione chi alle primarie non vi ha partecipato o “ripescando” chi dalla
consultazione elettorale non era stato premiato (a discapito di chi ha avuto il
consenso degli elettori).
Il risultato, parziale fino a questo momento (è ancora possibile
modificare la composizione delle liste), è l’inquinamento dell’esito delle
primarie e quindi delle indicazioni espresse dai cittadini.
Si rischia di mortificare e buttare all’aria il lavoro dei tanti
volontari che nelle primarie hanno creduto e dei cittadini che si sono recati
ai seggi.
È assolutamente condivisibile il subbuglio della base del partito,
costituita da volontari, iscritti, simpatizzanti e rappresentanti istituzionali
sul territorio. Se non vengono modificate le liste si rischia seriamente di
compromettere la campagna elettorale. Come potremmo metterci faccia e impegno
per coinvolgere le persone?
Come potremmo dire che il rispetto delle regole è il metodo per
garantire giustizia sociale e certezze per tutti se per primi si fanno e si
applicano le regole a proprio piacimento?
È vero che tutte le liste che si presenteranno alla competizione
elettorale verranno create nella stessa maniera, e alla fine saranno liste di
"nominati", però il Pd ha scelto, liberamente, di fare le primarie!
Condivido quanto dichiarato dall’on. Francesca Barracciu: “Abbiamo fatto le primarie per superare il Porcellum e ne è venuta fuori
una porcata peggiore”. Se questi sono i risultati, era meglio non farle!
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